Lithium Flower

Quale sorriso vuoi?

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Reil´
view post Posted on 5/3/2009, 21:46




Il seguente è un piccolo Testo Teatrale di cui è stato ritrovato solo l'ultimo atto. Non è possibile quindi identificarne il titolo originale, nè i suoi diversi personaggi in quanto in questo preciso atto vi è come unico attore "L'Imperatore" che si rivolge agli spettatori ed inizia un suo piccolo racconto.

Atto V ~ Epilogo

Un piccolo Imperatore, davanti al suo Pubblico.


Fu in quel dì, che dopo molto tempo, ripresi quella maschera.
Era sempre la stessa di prima. Essa non poteva venire intaccata.
Cosa rappresenta, quel volto fermo?
E' qualcosa senza espressione alcuna,
ma che agli occhi risulta un sorriso.
Anni fa decisi di averla, per proteggermi dal mondo. Perchè, con essa.. Nessuno riusciva ad intaccarmi. Volevano sorrisi? Eccoli tutti per voi. Il mio sorriso. Il mio falso sorriso.
Sei triste? Hai bisogno di qualcuno? Ho un sorriso per te che ti farò vedere e ti farà tornare la felicità ! Sono il giullare di Corte dai mille volti, nonostante una persona mi abbia poi incoraggiato fino alla carica di Imperatore.
Ero tutto e niente per lei.
Proprio lei, che come me indossa questa maschera.
E la tristezza si accumula, nonostante il volto sia sorridente.
Riuscite a capirlo?
Oh Cielo, quanto avrei pianto in quei momenti. Quanto avrei desiderato persona sconosciuta che si affezionasse a me e con calma e gentilezza mi abbracciasse, per portarmi via quelle lacrime che da tempo conservavo.
Ma il sorriso è per tutti, era quella la mia maschera e la mia maledizione.
Ancora non riuscite a capirlo?
Affetto. Eppure, quella persona col tempo me l'ha dato.
E piano piano, riusciva a far insinuare le sue mani sotto di quella copertura di legno, e a toccare il mio volto. Le mie guance. Ed infine a toglierla completamente per riuscire ad osservarla.
E le maledizioni si susseguono. Perchè non vi è maledizione più grande di quella che provoca l'amore.
Cosa dite? L'amore è bello?
Forse lei era la mia droga. La mia dose giornaliera di felicità, che mai volevo condividere con altrui persone. Che volevo fosse solo mia, senza accorgermi della realtà. Un velo davanti ai miei occhi, che comunque dava felicità.
E piano piano, speravo anch'io di far breccia fra le sue brame. Di poter diventare colui che non ero mai destinato ad essere.

Più di un ruolo interpretai, per soddisfarla. E mi sentivo appagato. Cosa deve fare un povero giullare, se non cercare di far sorridere la Regina del Castello? Lei, Principessa e per sempre Regina del mio cuore.
Sorrideva, sorrideva. E col passare del tempo, divenni il suo Cavaliere.
Quale gioia il poter sguainare la spada per difenderla da qualsiasi rischio e pericolo. E, come una storia narratami tempo fa, anch'io potevo avere l'amore proibito tra im Cavaliere ela Regina già sposa al Re. Non credete sia giusto?
Ma questo non fu l'unico passo. Pensavo di esser molte cose. Al semplice sguardo al firmamento, ero nei suoi pensieri.
Una stella che sempre l'avrebbe protetta.
E infine, noi diventammo complici. Io l'Imperatore e lei la mia Strega. Non eravamo soli. Avevamo l'altro. Le nostre mani non dovevano mai separarsi.
Forse, è colpa mia?
Probabilmente sì, mi illudevo.
Ero solo un piccolo giocattolo?
A questo non posso rispondere, miei cari spettatori.

Ma ahimè, ogni nodo viene al pettine. Ogni inganno venne svelato e il mio cuore non potè più sopportare nulla. Nemmeno la sua visione. Nè il suo canto meraviglioso. La sua dolce voce che mai aveva dedicato singola canzone per la mia persona. Ed era mio desiderio. Come quello di concedere le mie candide labbra a lei e lei sola.
Come quello di fare qualsiasi cosa per sempre vedere un sorriso sul volto angelico di lei.
Cosa avrei dato. Ero suo in ogni singola cosa. E' davvero una strega, che con il suo potere mi aveva ammaliato e reso di sua proprietà?
Ma alla fine il potere del dolore mi persuase. Venni risvegliato da quell'incantesimo, nonostante le lacrime continuavano a scendere copiose sul mio volto.

Non potevo farmi vedere così. Sia mai, che la mia genial persona venga vista in momenti di debolezza. E lei era lì. Quella maschera. La mia compagna fidata di vita, se vita può esser chiamata la mia. Esser solo e al tempo stesso aver molte persone a cui parlare. Vivo?
Però ora è di nuovo sul mio volto. Le lacrime..chissà se ci sono?
E nel mio cuore con una special catena, il sentimento venne richiuso. Incatenato. Tenta di uscire, ma non vi riesce.
Ed ogni volta che, per caso, le nostre due figure si avvicinano, si parlano...il sentimento è disperato. Vuole uscire e andare da lei.
Mai più lo permetterò.
Nulla può essere risistemato. Lei non ci riuscirà.
E' tornata da me dicendo che le manco. Le favole che mi raccontava, così come i sogni e desideri, ormai sono solo vaghe illusioni per me. Non riescono ad intaccarmi.
Troppe promesse infrante han ferito il mio corpo.
Troppe volte io stesso ferii il mio corpo.
Nulla tornerà, perchè ella non vorrà.
Non mi cercherà con tutte le sue forze per riavermi indietro.
Chissà con chi altri starà giocando, ora?

Ma cos'importa, lor signori?
La parte interessante della mia vita, è tutta qui.
Sapete, solo chi riesce a giocare bene le sue maschere, può vincere.

Quindi, cosa ne pensate della mia storia?
E' la verità, o la mia dolce maschera è riuscita a condizionarvi?
Provate affetto per me, dopo il mio racconto?
Voglio davvero farvi miei, o la mia è pura e semplice sincerità?
Vi lascio nel dubbio, perchè così è giusto che restiate.
La mia è una persona misteriosa. Siete sicuri di comprenderla?
E' uno spettacolo che ormai volge al termine.
Ci rivedremo mai? Quante domande per una singola e misera persona, direte voi.
Non riuscirete a farvi beffe del sottoscritto, che saprà allietarvi con le sue parole. Il mio sorriso è per voi, spettatori. Solo per voi, che mai capirete cosa si nasconde dietro la maschera.

E tu..Quale sorriso vuoi?

Il ragazzo eseguì un leggero inchino verso la folla, mentre il cremisi tendone lo occultava allo sguardo delle persone. Piccole gocce filtravano dalle fessure della maschera di scena, cadendo sul parquet del Teatro. Intanto, piccole risate venivano soffocate dal legno sopra il suo volto. Lo spettacolo si era ormai concluso.
 
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